La Pieve di Montefiesole

L' Anno Santo di Montefiesole nel 1700

Nel 1726 si parla addirittura di ottantamila intervenuti nei tre giorni, con la necessaria assistenza di soldati inviati dal Magistrato delle Bande.

Nel 1751 si parla di venticinquemila o trentamila fedeli per cui paiono necessari non meno di 60 soldati. Il loro costo però è talmente elevato che si decide per un servizio d'ordine interno.


L' Anno Santo del 1776

Nel 1776 la festa avendo per Protettore l'Illustrissimo Sig. Marchese e Cavaliere Lorenzo Niccolini si protrae per 5 giorni.
L'ampio resoconto stavolta è di mano del Pievano Fini; questi con l'aiuto del fratello Donato Maria, ingegnere, fece fare in rame delle stampe del quadro della Madonna, che furono la gioia della festa.
Carlo Raffaello Paganelli, stavolta definito valente architetto dirige i lavori e realizza un maestoso addobbo con pareti coperte di damasco gallonato, soffitte di taffettà, con la soffitta della navata di mezzo fatta di rabesco col nome di Maria in mezzo vagheggiata di stelle.

Il Fini, che toscanamente rifugge dai mezzi toni, ci dice che la processione e per la moltitudine della gente e per la mancanza di assistenti e mazzieri non fu né maestosa né unita e fu minacciata dal tempo con vento e acqua, ma in ogni caso fu passabile.
Non mancarono spari, fuochi, mortaretti, musici e canti ma al quarto giorno di sabato doppo mezzo giorno alle ore 3, un colpo di fiero inaspettato turbine rovesciò la spaziosa e pesante tettoia di lunghi e grossi astoni della nuova chiesa che caddero sopra il tetto della canonica e sul cimitero sopra una gran moltitudine di ogni sorta di persone e parte vi rimasero sotto le rovine di calcinacci, tegoli, enbrici, correnti ed astoni e per evidente miracolo tutti rimasero liberi e immuni onde il nostro apparato rimase scomposto, ma il fatto dimostrò il miracolo di Maria Santissima onde in seguito in rendimento di grazie fu cantato il Te Deum in musica….

Il quinto giorno, domenica, il tempo fu bello ed il concorso immenso superiore a quarantamila teste e tra esse una gran moltitudine di persone civili e nobili come il Sig. Marchese Niccolini e Sua Consorte, i Sigg.Canonici della Gherardesca e Bardi, Gondi, Marzimedici, Tempi, Bartolini, e gran numero d'altri….le messe in cinque giorni non furono meno di 150 e quelli che si comunicarono qui, numero ottomila e questi due conti si sono rilevati dalle Ostie e Particole consumate ma la maggior parte venne confessata e comunicata e a Conventi del Ponte e di S.Detole e Chiese circonvicine fu sempre grande concorso di gente per confessarsi e comunicarsi.

E si vuole che nessun mercante o merceria si aggiri vicino alla Pieve.

Nel numero 9 della Gazzetta Toscana di quell'anno si legge: …il concorso di ogni ceto di persone tanto di varie città di Toscana , lontani e circonvicini castelli, è stato così sorprendente che tutto il monte ove risiede il sacro Tempio rimaneva per la continua affluenza in gran parte coperto particolarmente nella passata domenica ultimo giorno della Funzione.

Forse per dare maggiore credito a tanto evento serve una nota di mondanità:
…alle persone Nobili e Civili e specialmente al Clero, a spese della Festa fu fatto Trattamento di Cioccolata, dispensati sonetti, e ritratti della Madonna.
La cioccolata era arrivata a Venezia intorno al 1720 e a Firenze alla stessa epoca era appannaggio solo della vita di Corte.
Dibattiti medici e teologici, decidono che la bevanda calda, unico modo di consumo allora noto, previa tostatura delle bacche, non interrompe il digiuno, dà vigore e favorisce il canto. Sembra che i frati della farmacia della SS.Annunziata in Firenze avessero creato apprezzate ricette. Da qui la diffusione fra il clero e la nobiltà.

E Montefiesole con il suo "trattamento di cioccolata" praticato nelle feste solenni già dal 1763, dimostra più di tante parole e senza volerlo il suo prestigio.