Montefiesole nella storia

Il popolo di Montefiesole nel XIV secolo

La storia pare poi attribuire al popolo di Montefiesole, una certa fierezza nei confronti del potere fiorentino.

Ben più temeraria del rifiuto del giuramento di fedeltà dei Bronci, fu infatti l' insubordinazione al tempo della discesa dell'imperatore Arrigo VII in Toscana. Tale ribellione, più che ideologica , risentiva probabilmente delle pressanti richieste di grano da parte dei poco teneri ufficiali fiorentini, per le crescenti esigenze alimentari e di difesa della città.

Nel 1312 a fianco dell'imperatore si schierano, infatti, non soltanto potenti feudatari come gli Ubaldini, i Guidi, i Pazzi e gli Ubertini ma, come dice il Villani, ".. che nostri contadini de la parte ov'è possedea tutti seguivano il suo campo".
A Montefiesole, ventidue membri di quel popolo "che affermano essere i due terzi e più della comunità" giurano sottomissione al "santissimo signore nostro imperatore".

Più che per la ribellione, alcuni meritano veramente di essere ricordati per la forza evocativa di quel mondo rurale, che ci trasmettono i loro nomi: Torellino, Boverotto, Soldo di Pentola, Mazza di Baco, Rubba, Segolo" (P. Parenti, I documenti per la storia del territorio).

La scelta di campo non fu abbandonata con la morte per malattia dell'imperatore. Memori delle vessazioni, si crearono sacche di resistenza che portarono al lungo assedio da parte dei fiorentini del vicino Castello di Montebonello e temiamo che i nostri fossero della partita.
La cordialità delle relazioni si può intuire da un rapporto del 1359 al governo fiorentino; un incaricato di allertare la Valdisieve per ammassare grano e preparare difese, scrive: "a' contadini di qua è suta grandissima gravezza questi acchoncimi e il tempo era breve e s'io non avessi sollecitato assai e un pocho toccoli non si potea fornire".
Come non apprezzare la poetica delicatezza di quel "pocho toccoli"?

Nel 1393 tale Lottini vende molti beni a Montefiesole, ma anche a Pitella, alla Pievecchia e a S. Niccolo a Vico, a Gentile del maestro Tommaso Del Garbo, medico fiorentino.
La conquista del contado, così prossimo alla città, da parte dei cittadini era iniziata.

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