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La Pieve di Montefiesole

La Madonna del Parto

Sull' altare della navata destra si può ammirare una raffigurazione su tavola di una veneratissima Madonna.

Con una cerimonia ufficiale il dipinto viene ricollocato nella sua teca originale nel settembre 2010 dopo un impegnativo restauro ultraventennale.

L'immagine, solitamente velata, veniva scoperta solo per le solennità.
Per l' anno santo di Montefiesole, era portata con una lunga processione, fino al Poggio di Bardellone da dove si benediva il monastero di Rosano (quali fossero le relazioni che ancora nel 1700 intercorrevano fra la Pieve di Montefiesole e il Monastero di Rosano, è motivo di curiosità per l'incredibile possibilità di farle risalire addirittura ai rapporti d'inizio millennio fra i Conti Guidi e Rosano).
Nel 1723 si tengono solenni celebrazioni di ringraziamento alla Madonna per aver preservato la Stato dalla peste.

L'immagine inizialmente una Vergine Annunziata è stata poi riconsiderata:
"si tratta in realtà di un' iconografia complessa che unisce alle caratteristiche proprie dell'Annunziata (la Vergine sta leggendo un libro aperto, quelle di altri due tipi di Madonna. Il ventre gonfio sostenuto e messo in evidenza dalla mano, è tipico della Madonna del Parto, un soggetto abbastanza raro (notissima la versione datane nel Quattrocento da Piero della Francesca a Monterchi) in cui però la Vergine appare sempre in piedi; si incontra invece Maria seduta in terra, come in questo caso ( ma insieme con il Bambino) nella Madonna dell'Umiltà un tema che ebbe larga diffusione nella seconda metà del Trecento". (Moretti/Ragionieri e Czarnecki)
Il commento continua "allo stato attuale delle conoscenze questa combinazione iconografica è un caso unico".

Possibili attribuzioni

L'opera, forse per la sua bellezza, è stata variamente attribuita.
Dice il manoscritto:
…Trovandosi scritto in due vasi laterali che contengono due gigli che detti vasi pongono in mezzo l'Antica Miracolosa Immagine di Maria Santissima che si venera in questa Pieve di Montefiesole il celebre nome del Pittore Giovanni Cimabue si sappia: che detto Giovanni Cimabue si suppone di nobile famiglia fiorentina dei Cimabuoi detto Gualtieri, nato nel 1240 e morto nel 1300 di qui si consideri l'antichità della nostra Pieve. Il Sig.Domenico Maria Manni celebre vivente Antiquario non trova questa famiglia Cimabuoi onde quel Cimabue può ritenersi un soprannome e Gualtieri il vero casato.Viene fatto anche il nome di Angiolotto da Vespignano detto Giotto.

Oggi con qualche esitazione è considerata opera di Antonio Veneziano (1369-1419).

Circa l'attribuzione ai più celebri pittori, occorre riportare quanto scrive nei primi anni del 1900, Nello Puccioni: "per quanto mi è stato possibile vedere in varie volte che ho esaminato da vicino e attentamente l'immagine, non si trova davvero attualmente in alcuno dei due vasi scritto il nome di Cimabue".
Puccioni avanza l'ipotesi che tanto l'iscrizione che la sua eventuale cancellazione dipendano dai restauri.

Occorre dare il massimo credito all'affermazione del dott. Nello Puccioni (Firenze 1881-1937): figlio del senatore Piero Puccioni, cofondatore del giornale La Nazione, è famoso come antropologo, geografo ed esploratore. Laureato a Firenze in Scienze Naturali e docente universitario, è autore di diverse opere.
I suoi scritti relativi alla Val di Sieve ed al Giubileo di Montefiesole sono particolarmente interessanti perchè uniscono alla professionalità la personale passione e intima conoscenza della zona, a noi trasmessa anche attraverso le sue foto.
Il casato Puccioni appare già nelle carte della Chiesa della fine del 1700. I Puccioni poi acquistarono la Fattoria di Tassinaia dai Tassini. Nel 1926 il responsabile dei festeggiamenti giubilari è ancora un Puccioni. Su un cippo in pietra lungostrada, si legge ancora oggi il nome di una ramo della famiglia.